Se fosse per me, la televisione sarebbe quasi sempre spenta, e certamente non accesa durante i pasti. Talvolta le abitudini altrui mi portano a cogliere gemme insperate: ieri sera lo zapping familiare ha distratto la mia attenzione da una coscia di tacchino, portandola su Bill Gates intervistato da Fabio Fazio.
Premetto:
1. che sono appassionato di computer da quand’ero piccino, che tuttora studio e lavoro nello stesso settore, e che sono un sostenitore del software libero;
2. che per il mio pregiudizio, sono entrambe persone intelligenti;
3. che so che una certa parte dei miei colleghi ha un contatto piuttosto lasco con la realtà che li circonda, circostanza che si manifesta in una conoscenza superficiale dell’attualità o nel dilungarsi in discussioni tecniche in compagnia di amici e conoscenti incolpevoli nel mezzo d’una cena conviviale.
La parte più interessante è arrivata quando Fazio ha chiesto a Gates se suggerirebbe ai propri figli di studiare materie umanistiche o scientifiche, o più in concreto, se a suo avviso il mondo abbia ora più bisogno di filosofi o di ingegneri. Prima che l’interprete simultanea abbia chiarito la domanda a Gates, mio padre mormora: both. Previsione azzeccata: Gates inizia equidistante suggerendo che debbono essere studiate entrambe. Poi si sbilancia: il futuro è la medicina, là vanno le risorse, con una preparazione umanistica non si scopre una cura per l’Aids.
Condivido il parere e apprezzo l’ottimismo e l’entusiasmo, sarebbe certamente meraviglioso trovare una cura, e servono scienziati per scoprirla. (Mi astengo qui dalle polemiche su Aids, Hiv e Duesberg, perché non è questo il punto.) Ma volendo sollevare soltanto le domande più elementari al proposito: chi decide dove prendere i fondi per la ricerca, e chi decide come destinarne i frutti? Per quanto ammirevole possa essere il lavoro della fondazione Gates, e per quanto bravo debba essere chi accumula il capitale che ha accumulato Gates (appunto, quanto bravo?), nutro qualche dubbio sulla profondità dei ragionamenti della persona più ricca ed influente del mondo. Mi sembra che basterebbe essere poco meno superficiali per intuire la responsabilità che accompagna il potere, in questo caso economico. Ripesco una vecchia intervista:
Fate un po’ voi.
(Impagabile la chiusura di questo argomento. Fazio: “Sì, ma un filosofo avrebbe potuto prevenirlo [l’Aids].” Gates, perso completamente il sorriso entusiasta: “Come?” Fazio: “Lo chieda a Buttiglione.” Risate del pubblico; il volto di Gates denuncia totale smarrimento.)